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al testo di Ivan Pozzoni
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La mia poesia è precaria, senza collocazione fissa, fragile, senza retribuzione, niente diritti. Non ha tutela sociale, - è imprevidente!- e, a volte, puoi trovarla dentro ai bagni a non dir niente.
La mia poesia, è precaria, in stage costante fa fotocopie e porta caffè roventi ai capi, agli uomini di successo, e ai dirigenti; rideranno i troppi poeti d'apparato del perenne affanno d'un ritmo instabile, d'un io ingestibile, a tempo indeterminato.
[Underground, 2007] |
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